La retrocessione della Tharros in Promozione non è soltanto un insuccesso sportivo. Rappresenta senza ombra di dubbio qualcosa che va oltre, tenuto conto del glorioso passato della sodalizio bianco rosso con oltre 100 anni di storia e soprattutto per il fatto che rappresenta la città capoluogo. Lo sa bene il patron Tonio Mura che sei stagioni fa si era assunto l’onere di prendere in mano le redini del club e, con una serie di importanti risultati, lo ha riportato in Eccellenza. A tre giorni dalla gara di ritorno dei playout vinta a Terralba per 1 a 0 con il Carbonia ma persa nella gara di andata per 3 – 0, Il massimo dirigente biancorosso fa un’ analisi molto lucida della situazione.
Come spieghi la retrocessione ?
Non dovevamo arrivare a giocarci uno spareggio. La nostra rosa aveva valori e qualità importanti per fare un campionato diverso come ha dimostrato nella prima parte del torneo. Lo spareggio è una cosa particolare, queste due partite devo dare atto al Carbonia che ci ha messo qualcosa in più di noi e il risultato è stato quello che conosciamo tutti.
Tutti si chiedono che cosa farà adesso Tonio Mura, passerà la mano oppure rimarrà per allestire una squadra che possa nuovamente cercare di risalire nel massimo campionato regionale…
Facciamo concludere il campionato femminile, poi convocherò una assemblea pubblica dove vorrei che ci fossero soprattutto le persone che parlano, ma che non hanno mai fatto nulla di concreto per il bene della Tharros. Sabato a Terralba nella partita decisiva c’erano 150 persone da Carbonia mentre da Oristano pochissime. Questo è l’attaccamento che esiste nei confronti della squadra che non è di Tonio Mura.
Cosa dirai in quella occasione?
Semplicemente che se c’è qualcun altro con un programma valido, per il bene della Tharros io non ho problemi a mettermi da parte. So esattamente che cosa ha fatto in questi anni per la società senza risparmiarmi e con pochissimi collaboratori, viaggiando tutti i giorni da Terralba a Oristano e mettendoci tutto me stesso.