Lo sport dilettantistico in Sardegna

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Macomerese, Busachese e Norbello :”Più rispetto da parte degli arbitri per calciatori e società” 

Non è stato un buon inizio di stagione nel rapporto giocatori- società ed arbitri.  Tante lamentele arrivano ogni settimana dai campi di calcio dilettanti per proteste che  non sono legate soltanto all’aspetto tecnico o agli errori, perché quelli capitano anche ai giocatori e agli allenatori. Quello  che non piace proprio sono gli atteggiamenti da parte dei direttori di gara.  Ormai qualsiasi richiesta di spiegazione anche legittima è causa di ammonizione o espulsione. Tra le tante lamentele abbiamo scelto quelle di Macomerese ( in copertina il direttore sportivo Pier Paolo Caria), Busachese e Norbello.

QUI MACOMERESE.  E’ particolarmente risentito Pierpaolo Caria direttore  sportivo della Macomerese società che milita nel campionato di Promozione girone B. Uuomo di calcio a 360 gradi avendo giocato per tanti anni nei campionati dilettanti regionali, raramente si lascia andare. Mite per carattere non si  lamenta mai, ma   questa volta non la manda a dire. “ E’ diverse gare che subiamo dei torti evidenti. – afferma Caria-. Tutti possono sbagliare, ma quando è troppo è troppo. Ma come se non bastasse è l’atteggiamento che non va bene. A mio avviso manca il dialogo e un rapporto diverso che deve esserci con gli atleti in campo e dirigenti.  Stiamo parlando di campionati dilettanti – sottolinea Caria-  dove il rispetto deve essere la prima cosa. Notiamo invece atteggiamenti che non hanno nulla a che fare con quanto è lecito aspettarvi”.

QUI BUSACHESE. Per la formazione del Barigadu si fa interprete del disagio Sergio Talloru uno fra i giocatori leader della squadra “ Quella di  domenica scorsa è stata una giornata storta in tutti i sensi, compreso quel fenomeno con la divisa nera che oltre a non saper arbitrare, manca di rispetto e deride me e i miei compagni. Le società fanno sacrifici rispettando tutti gli impegni di iscrizione,  e però  mandano ad arbitrare personaggi che rovinano gare e rapporti anche tra avversari”.

QUI NORBELLO.  La società del Guilcier che prende parte al campionato di Seconda Categoria  girone E, il rammarico è affidato alle pagine social del sodalizio. “Una sconfitta quella di domenica ieri dal sapore amaro – si legge.  Partita falsata dall’ennesimo arbitro, incompetente, arrogante e presuntuoso che dirige le nostre partite. Di questo passo non si può più continuare a lavorare, fare sacrifici per essere ogni domenica presi in giro da persone non all’altezza della situazione”.

IL DIBATTITO Apriamo un dibattito: come intervenire e quali azioni possono essere messere in campo per “ritrovare” una collaborazione con la classe arbitrale? Auspichiamo commenti sereni e dettati dalla volontà di dare un contributo costruttivo nell’interesse dell’intero movimento calcistico.

Una risposta

  1. Parlo da ex arbitro: come in tutte le squadre, esistono calciatori miti e quelli un po’ più carismatici. Stessa cosa tra i DdG. Alcuni sono più propensi al dialogo e in carriera diventano autorevoli ed altri permalosi, poco ligi al dialogo.
    La soluzione ottimale sarebbe quella di accettare le decisioni adottate, con la giusta moderazione, strada difficilmente percorribile.

    La soluzione più attuabile sarebbe invece che i capitani in primis in campo, si facciano carico del contenere le proteste esagerate, facendo loro da scudo, e chiedendo a fine gara un colloquio sereno con l’arbitro per avere spiegazioni sulle decisioni adottate. Ma fino a quando non si capirà, soprattutto tra i dilettanti, che l’errore fa parte del gioco, senza peraltro la tecnologia, che è dimostrato tra i professionisti non essere la soluzione certa, sarà sempre in utopia avere un clima sereno.

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